Ho visto la TV brillare: nostalgia e scoperta di sé

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Esistono film che, una volta guardati, si annidano nel cervello come un parassita e continuano a imporsi nella mente nei giorni successivi. Sono quelle pellicole che, con mille chiavi di lettura diverse, con i personaggi che le animano e i messaggi che incarnano, tornano di continuo a distrarti dalle incombenze quotidiane… Vuoi perché si accendono nuove interpretazioni su determinate scene, vuoi perché la bellezza di una singola sequenza ricorda quella di un’opera d’arte.

Avrete ormai capito che chi scrive ha avuto a che fare con uno di questi film ed è qui, insieme ad Alare di Luana Cotena, a consigliarvelo. Qualche settimana fa, grazie a un mio carissimo amico (ciao Giovanni), ho potuto vedere Ho visto la TV brillare, un film del 2024 di Jane Schoenbrun.

Ma prima di arrivare a parlare del film, è necessario soffermarsi su chi sia la giovane regista. Schoenbrun è una donna trans, nata e cresciuta a New York, che ha esordito dietro la macchina da presa nel 2018 con il documentario A Self-Induced Hallucination, una pellicola che attinge a piene mani dal mondo dei creepypasta. Sullo stesso filone si innesta il suo primo lungometraggio, We’re All Going to the World’s Fair, presentato nell’edizione online del Sundance Film Festival del 2021.

Allo stesso evento, tre anni più tardi, presenterà il film di cui parleremo adesso: Ho visto la TV brillare.

La pellicola inizia nel 1996 e ha per protagonisti Owen e Maddy, due adolescenti emarginati che frequentano la stessa scuola e che, uniti dalla passione per la stessa serie televisiva, riescono a stringere amicizia. Maddy, più grande di Owen, riesce a far appassionare il ragazzino a The Pink Opaque, una serie TV fantasy che ha per protagoniste due ragazze che, dopo essersi incontrate una sola volta al campo estivo, riescono a comunicare e interagire telepaticamente per combattere il malvagio Mr. Malinconia, un essere che vive sulla Luna e che ha come obiettivo quello di “rubare i cuori” dei ragazzini solitari, avvelenare i loro sogni e costringerli a vivere in uno stato di stasi.

primo paragrafo – ondacinema

 

Due anni più tardi, la serie TV viene cancellata dall’emittente che la mandava in onda, e una serie di cambiamenti porta i due protagonisti a separarsi. Ma è a questo punto che cominciano ad accadere fatti inquietanti: la storia della serie TV, The Pink Opaque, comincia a diventare “più reale della vita”. Ciò che prima era solo sullo schermo ora sembra appartenere ai ricordi di un’esistenza vissuta.

Dove finisce la fantasia e dove comincia la realtà?

Il confine tra le due cose diventa sempre più labile e lo spettatore intraprende un viaggio alla scoperta di Owen, di Maddy ma anche di sé stesso. Ho visto la TV brillare prende per mano chi guarda, lo invita a sedersi di fronte al televisore e a infilare la VHS nel videoregistratore. Attraverso lo schermo induce alla riflessione, invita lo spettatore a domandarsi se nella propria vita esista davvero un Mr. Malinconia e lo sprona a sconfiggerlo, ad avere il coraggio di inseguire la propria natura, i propri sogni, a scoprire il vero io. Perché, se non si reagisce, le conseguenze possono essere devastanti

La pellicola lo fa con un’estetica che attinge a piene mani dagli anni ’90, e chi è cresciuto in quel periodo può provare un forte senso di nostalgia, veicolato dalle immagini attraverso l’uso di un make-up “plasticoso” e di dinamiche tra i personaggi che ricordano le serie televisive di quegli anni. Ma il fulcro centrale, anche per ammissione della regista stessa, è il tema queer, il tema della disforia di genere.

Ho visto la TV brillare è una storia raccontata da una persona che ha vissuto sulla propria pelle certe dinamiche e le esprime attraverso i suoi personaggi, le fa vivere nelle loro scelte, nelle loro paure, nei loro drammi. In questo modo il film diventa un manifesto per inseguire il proprio io, per chi ha paura del giudizio, della società, delle politiche sempre più aggressive su questi temi.

È un film che invita al coraggio, a farsi avanti, e probabilmente cerca di creare un ponte anche verso chi non fa parte della comunità stessa.

Perciò, quando vorrete, date una possibilità a questa pellicola: non ve ne pentirete e… attenti a Mr. Malinconia.

Articolo scritto da: Angelo Lubrano

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