Finalmente Sì al riconoscimento da entrambe le mamme.
Il 22 maggio 2025, la Corte Costituzionale italiana ha pronunciato una sentenza storica, importante e soprattutto profondamente umana: il decreto legge n. 68/2025. Tale decisione rappresenta un passo fondamentale verso l’uguaglianza e il pieno riconoscimento dei diritti delle famiglie omogenitoriali, dichiarando incostituzionale il divieto di riconoscimento del figlio nato in Italia, tramite procreazione medicalmente assistita (PMA) effettuata all’estero, da parte di entrambe le madri di una coppia omosessuale.
A sollevare la questione di legittimità è stato il Tribunale di Lucca, che grazie al caso simbolico di Isabella Passaglia e Glenda Giovannardi,una coppia di avvocate versiliesi e mamme straordinarie, che si sono battute per la tutela e l’amore dei loro figli, procreati tramite PMA, scontrandosi con un muro legale per il secondogenito.
Con coraggio, hanno donato voce a tuttɜ, affinché nessuna famiglia debba più affrontare disuguaglianze.
Infatti, fino a ieri, solo la madre biologica era stata riconosciuta legalmente, mentre la madre intenzionale era costretta ad affrontare un lungo e incerto percorso di adozione. Con questa straordinaria sentenza, la Corte ha stabilito invece che entrambe le mamme possono essere riconosciute fin dalla nascita del bambino, ponendo finalmente al centro della normativa il diritto del minore e la realtà affettiva e genitoriale vissuta.
Un passo di svolta che preannuncia un nuovo oggi.
Tutto ciò grazie al ruolo fondamentale svolto da Rete Lenford – Avvocatura per i Diritti LGBTI+, una rete di giuristi impegnati nella tutela delle persone LGBTQ+ di cui il presidente Vincenzo Miri ha seguito il caso in prima persona, contribuendo alla costruzione di una solida strategia legale. Al loro fianco, l’associazione Famiglie Arcobaleno, che da anni dona voce, visibilità e sostegno alle famiglie omogenitoriali, sensibilizzando l’opinione pubblica al fine di mostrare l’umanità, l’essenza, il volto di ogni essere umano.
La sentenza n. 68/2025 quindi sancisce che l’articolo 8 della legge n. 40 del 2004 è incostituzionale è che una norma che, secondo la Corte, viola gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione, creando una discriminazione insostenibile tra i figli di coppie eterosessuali e quelli di coppie omosessuali.
Un piccolo, grande passo per l’Italia. Un traguardo che scalda il cuore, che ci fa sentire più unit3, più liber3, più umani. Un riconoscimento che ci ricorda che l’amore è famiglia, che non ha genere, che ha come centralità l’amore e che i legami hanno bisogno di allontanarsi dalle etichette per ricevere solo rispetto e tutela.
Resta ancora però il divieto di gestazione per altri, ma come ha ricordato l’avvocato Vincenzo Miri: “Ora la battaglia è per le famiglie con due papà”.
Abbiamo ancora molta strada da fare, ma c’è speranza.
Ma con la nostra voce continueremo a innalzare il valore dell’uguaglianza affinché ogni persona abbia il diritto di essere riconosciuto, tutelato e rispettato.
E oggi, un po’ di più, lo è davvero.
Scritto da: Luana Cotena (Luanne Alare)