Alare Consiglia: Scheletro Femmina.

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Francesco Cicconetti è uno scrittore, un attivista transfemminista e LGBTQIA+, PR & strategist, premiato nel 2021 come creator dell’anno ai Diversity Media Awards ma soprattutto è una Voce coraggiosa di cui tutt* necessitiamo. Grazie ai social (@mehths), utilizzati come mezzo per narrare la sua storia, possiamo ascoltare la sua vita, inebriandoci della sua sensibilità al fine di avere maggiore consapevolezza, comprensione ed empatia riguardo la comunità LGBTQUIA+, perché Francesco ci aiuta a comprenderla fino in fondo alla sua Anima e goderne.

Non si tratta di etichette: Francesco è – naturalmente – fiero di essere un ragazzo trans e noi non possiamo far altro che accogliere la sua Essenza nella nostra realtà, valorizzandola attraverso le nostre parole, al fine da imparare da quest’ultima poiché dopo anni vissuti sotto l’ombra della disforia di genere, adesso la sua forte identità è Luce, insegnamento per lui, per chi lo circonda, per coloro che l’ammirano e per noi, perché egli è, ai nostri occhi, un vero e proprio barlume di speranza.

Di come sono i miei cromosomi non mi importa; così come non mi importa della forma del mio scheletro. Quando sarà visibile avrò già vissuto tutto il vivibile, non ci sarà più niente da fare; a quel punto, insomma, non sarà più importante.
Quando è importante, allora? Mai, in nessun momento. In effetti, a pensarci, non s’è mai detto che la persona e la personalità nascano dai cromosomi e dallo scheletro. S’è sempre detto che nascono da dentro, che sono e basta; così è per tutti, anche per me.

Questo intendo: io sono, a prescindere. A prescindere da quello che mi viene detto, da quello che gli altri pensano, a prescindere dal mio scheletro. Prendetevelo pure, esponetelo nei musei. Coloratelo di rosa, mettetegli un fiocchetto. Se potrò, verrò pure a fotografarlo.

Prima pubblicazione: 2022 Autore: Francesco Cicconetti Generi: Narrativa, romanzo autobiografico, Letteratura LGBT Casa editrice: Mondadori

Afferma tutto ciò nel meraviglioso libro Scheletro femmina, la sua prima autobiografia che, attraverso le sue parole, diviene un’esplorazione di un mondo interiore e di un sentimento grande e immenso come il mare, anzi un oceano d’Amore che straripa dalle labbra di Francesco.
Sì, perché sin dalle prime pagine, sin dall’infanzia, sin da quando il nome di Francesco terminava per “a” tutto ciò che lo circondava e lo circonda è stato ed è Amore. Amore tutt’intorno. Chiunque circondasse quest’anima pura infatti non riusciva (e non riesce) a fare altro che amarla immensamente e comprenderla, anche stando in silenzio, al fine di renderla Libera nello specchiarsi, nel concepirsi, nell’interrogarsi, nel (ri)scorprirsi e, col tempo, nel raggiungere una consapevole in grado di donargli il coraggio di svelarsi e finalmente vivere come Francesco.

Come ben sapete infatti, la nostra filosofia concepisce il corpo non come un limite ma come il mezzo per superare il limite stesso ed è ciò che Francesco, crescendo e imparando ad amarsi – lo ha sempre fatto, senza rendersene conto – fa, insegnandoci tantissimo. Ha infatti confermato che lui era ed è sempre stato lui, solo nell’involucro sbagliato.
Ciò fa male, soprattutto quando l’altr* ti ammira con occhi che “non vedono”, soprattutto quando tu per prim* fai fatica a riconoscerti. Ed è proprio in questo caso che bisogna far librare la propria Essenza, la propria Anima e renderla presenza, parola.

Non possiamo comprendere appieno cosa vuol dire essere una persona trans, ammetterlo a se stess*, sentire il bisogno di comunicarlo alle/agli altre/i ma, grazie a Francesco, stiamo comprendendo cosa significa cercarsi e non ritrovarsi, tendere la mano ed essere l’unica persona che può davvero salvarsi; sappiamo però cosa vuol dire doversi definirsi VIV* – come persona e nei sentimenti. Lo scheletro femmina di cui parla lo portava a sentirsi come qualcosa di impercettibile, quasi invisibile agli occhi del mondo ma soprattutto ai suoi occhi, ma il ritrovarsi nella transizione ha significato che ciò che l’attendeva era solo l’atto finale di una vita piena di quel nome. Seppur sofferto, il viaggio dello scrittore/protagonista è la meravigliosa storia d’amore tra l’anima, il corpo e lo scheletro ma soprattutto è un inno alla Libertà di vivere la vita nella sua meravigliosa pienezza.

Questo romanzo autobiografico è una storia di vita vera che ci conduce Oltre qualsiasi forma, Oltre (il) tutto di Francesco, accompagnandoci– con sincerità e fiducia – al suo appartenersi.
Abbiamo provato il suo disagio durante il racconto della sua adolescenza.
Abbiamo avuto paura per e con lui quando finalmente ha deciso di mostrarsi al mondo.
Abbiamo amato.
Abbiamo pianto.

E abbiamo ringraziato Francesca per averci donato Francesco.
Questo romanzo ci insegna che non dobbiamo più avere paura di Essere ma che dobbiamo vivere realmente, nella Libertà.
Grazie.

[…] Perché non m’importa più dell’involucro, di ciò che fa da contorno al mio viso e alla mia identità. […] Allora è vero che sono libero. Allora è vero che posso andare dappertutto, ovunque, senza timore. È vero che non devo più avere paura, che mi posso vestire come mi pare, è vero che le persone adesso mi vedono. “Essere se stessi” è un’espressione così inflazionata che pensavo non significasse niente. Invece ho scoperto che essere me stesso è una figata.

Note a bordo pagina – Francesco Cicconetti, “Scheletro femmina”

 

Scritto da: Pamela Tomarchio 

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