Un’Ode all’Attesa.

Cosa si intende per attesa?

Aspettare, sospendere il tempo lasciando che scorra al fine di condurci a una notizia, a un risultato, qualcosa di tangibile che rappresenta il raggiungimento di un segno che ribalti la nostra esistenza.
Ma dobbiamo star ferm3, senza (re)agire.
Restare in silenzio.
E aspettare.
Delle volte anche assorbendo pareri riguardanti l’età, la provenienza e altre minuzie inconsistenti e irrilevanti che ci scoraggiano.
Iniziamo quindi a domandarci, anche con un pizzico di rabbia – per non dire molta – e con fare giudizioso

Quanto tempo ancora deve scorrere per vedere il compimento di un desiderio e/o di un sogno?

Be’, razionalmente a volte degli anni, altre volte solo un istante.

Ma bisogna attendere e soprattutto credere in Noi.

poiché è un dono che difficilmente alimentiamo per timore.

E in questo divenire di pensieri, di non reazioni, intanto la vita scorre, si evolve, ma ci blocca e durante questa attesa, veniamo accolt3 e anche un po’ indott3 a vivere miliardi, se non più, di vicissitudini che ci sfiancano e ci conducono alla fatidica frase

Perché devo sacrificarmi così tanto? Cosa aspetto? Non ho tempo.

Ebbene, pensiamo sempre al futuro e al giudizio.
Siamo proiettat3 ai nostri “enta e anta” (trenta, quaranta, cinquanta…), a quel che verrà.
A una felicità irraggiungibile.
A una carriera che si rinvia, al tempo che – qualcunə ci tiene a sottolineare – scorre, conducendoci alla resa.
Sbagliato.
Sapete perché?

Perché attendere significa costruire.
Comprendere il valore dei nostri sacrifici e di quel che desideriamo.
E non importa quanto tempo passi.
Importa il come, perché significa apprendere, reinventarsi ma soprattutto fortificarsi.

Nessunə ci insegna che non bisogna soltanto focalizzare e proiettare la nostra visione verso quel che sarà.
Ma se ci fate attenzione, quel che è stato ed è, ci rivela il Noi: tutto quel che state vivendo in questo istante, per quanto sia faticoso, felice o statico, la gestualità accompagna un’Essenza che è alimentata dal vostro vissuto, rivela, nelle minuzie, che

l’Attesa è una visionaria che costruisce al nostro fianco un futuro prospero e straordinario.

E per quanto appari infinita, in realtà è solo un respiro.

Allora proviamo a scorgerci in essa, nelle file snervanti, in un tempo caotico che ci scoraggia, nel vociare chiassoso che ci allontana dall’apprezzare realmente il pieno significato delle conquiste e dei nostri passi.
Apprendiamo dal passato.
(Ri)conosciamoci.
Gratifichiamoci.

Perché, per quanto stiamo attendendo è il passato che ci rivelerà tutte le strade che abbiamo intrapreso e il coraggio nel tracciare il disegno di un’Essenza che, nonostante l’attesa della Stella, si è mossa tra avventure, porte socchiuse e chiuse al fine di essere quel che è nell’odierno: viva.

Sono consapevole che tendiamo spesso e volentieri a divenire molto giudizios3 nei nostri confronti, ma abbiamo realmente bisogno di imparare, per quanto difficile sia, a prenderci cura di noi, di quel che siamo apprendendo, vale a dire il vero valore e la potenza dei desideri che conducono lontano, che raggiungono obiettivi e ne costruiscono degli altri.
I nostri passi possono vacillare e possono farci anche inciampare.
Ma fidatevi: diverranno più spediti e si eleveranno.

Bisogna credere e non smetterò mai di incitarvi a sostenervi e a sperare, rivedendo nell’Attesa la miglior insegnante che esista.
Essa rivela cambiamenti, forza, percorsi infiniti, suggerimenti, metamorfosi, vuoti gremiti, resa e inizi.
Narra di storie, le nostre.

Per quanto abbiate timore del tempo che scorre, ricordate che è vostro. Soltanto vostro.
Decidete e deciderete sempre voi per lui. E nessun altrə.

Quindi, nell’Attesa, impariamo a conoscerci ma soprattutto ad amarci, gratificandoci dei nostri immensi straordinari passi.

Scritto da: Luana Cotena (Luanne Alare)

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