Il diritto di Essere Voce.

Oggi, tra la lotta e i segni dell’esistenza, rinnovo la mia speranza, porgendo alle donne, non mimose ma promesse di una costruzione di un domani in cui i diritti son realtà. Frutto di una società in cui vi esiste realmente l’uguaglianza e il futuro.
In cui vi esiste valore per la Voce.
In cui la rivoluzione non rende zitt3 ma liber3.
Insieme, rendiamo ogni giorno, la giornata dei diritti di Tutte e Tutt3 noi.
Insieme. Sempre.

E con questa promessa, oggi 8 marzo, celebro e celebriamo – ma dobbiamo farlo ogni istante – la Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne, una data che narra di sacrificio e prosperità per noi e per Tutt3.
Molteplici sono i racconti che si susseguono e che spianano il nostro cammino.
I loro i nomi, le loro vicissitudini, le rivoluzioni e le loro Voci si sono prodigate, con amore e determinazione, per lə prossimə, rendendo pagine di diario, notizie, libri, una traccia tangibile e rivoluzionaria di Essenze Straordinarie che sino a perder fiato hanno fatto rumore, muovendosi, nelle avversità, in danze che, tra parole gravi e sussurri, fronteggiavano e fronteggiano tutt’ora oppressioni di quei numerosi “Stai Zitta”, citando l’Anima Eterna di Michela Murgia.

Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva.

Michela Murgia – Stai Zitta (2021)

E tra le Voci che si elevano e nelle ingiustizie evidenziate, i libri divengono, con la loro Voce, un altro strumento non solo di cambiamento ma di speranza: mi riferisco sempre a Michela, le cui parole echeggiano nelle librerie, nelle strade, nel vicolo delle Donne a Napoli per (di)segnare quella traccia che evidenzia la persistenza e l’ambizione di un’Anima che vive e vivrà nel tempo, in eterno.

L’ambizione di una e unə, è la forza di tutte e tutt3.

Ricordiamoci ciò.
Rammentiamolo sempre, perché in questa società, essere divis3 significa essere sconfitt3.
Bisogna rivoluzionare ed è necessario parlare quando voci prepotenti intimano di non farlo, ma non dobbiamo sminuirci o “far le scarpe” all’altrə… Dobbiamo tendere la mano.
Ragion per cui, non celebriamoci solo oggi.
Facciamolo sempre, poiché bisogna festeggiare una ricorrenza e non un giorno in cui si sottolineano le mancanze evidenti. Bisogna comprendere quel che ci circonda, ascoltandolo, rispettandolo e valorizzandolo.

E per iniziare a far ciò, immergiamo le nostre radici nel terreno della nostra Madre Terra, alimentandole di speranze profonde in cui le storie di vita si intrecciano al fine di divenire alberi maestosi e forti, sotto cui cantare liber3 e ammirare le stelle di un cielo in cui le discriminazioni, la marginalità e le prepotenze sono poche e come meteore: un solo passaggio, veloce, fugace, in un cielo pieno di Speranza.

Facendo un passo verso la storia e immergendoci in essa è importante comprendere che questa ricorrenza ha origine nel movimento operaio del primo Novecento, quando le donne, affrontando condizioni di lavoro estreme e discriminazioni ricorrenti, iniziarono a elevare la propria Voce per reclamare migliori condizioni di vita e soprattutto di lavoro, vale a dire ciò che spettava e spetta loro di diritto in quanto Esseri Umani. Ma questo lavoro di resistenza iniziato allora, è un percorso difficoltoso e in salita perché lo stiamo attraversando ancora.
I dati Istat, ma in generale le notizie, sottolineano ancora nell’odierno delle forti situazioni discriminatorie in cui proprio il diritto di scelta non vi esiste.

Facciamo un passo indietro nel tempo…
Il 25 marzo 1911 un terribile incendio nella fabbrica Triangle Shirtwaist a New York City mise in luce condizioni terribili in cui donne lavoratrici – in gran parte giovani immigrate – che persero poi la vita nell’incendio, erano costrette a turni di lavoro lunghi e stremanti e salari bassi, subendo soprusi e discriminazioni. Ma non solo: erano esposte a sostanze chimiche nocive, a norme igieniche adeguate, vivendo una situazione di disumanità allucinante.
Questo evento fu raccapricciante, privo di ogni umanità e indusse le donne in tutto il mondo, attraverso varie manifestazioni, a difendere i propri diritti e la propria persona, sia sul posto di lavoro che nella società in generale, anche se già in precedenza, durante la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste a Copenaghen del 1910, la leader socialista tedesca Clara Zetkin propose una giornata internazionale dedicata alle donne atta a promuovere la parità di genere, commemorando le lotte delle donne operaie e fu scelto l’8 marzo come data significativa per rinnovare l’impegno per un futuro prospero per tutt3.
Chiaramente, non dobbiamo ricordarci di tutto ciò solo oggi, ma bisogna riflettere su queste tematiche ancora attuali e rinnovare l’impegno per un futuro più equo e inclusivo sempre e sempre di più in cui il genere, il no gender o l’Anima non sono discriminazioni ma storie da raccontare.

Riflettiamo insieme: si parla di diritti delle donne ma in realtà si fa riferimento a quelli che sono diritti umani, poiché bisogna comprendere che il coinvolgimento per la parità di genere riguarda ognunǝ di noi dato che

ogni Anima, indipendentemente dal genere, necessita delle stesse opportunità per realizzare il proprio potenziale, vivere serenamente, liberamente; è di vitale importanza quindi rispettare e difendere l’uguaglianza, la dignità ma soprattutto la Libertà di ogni Essere Umano.

Sapete quante cose incredibili potremmo raggiungere se ci valorizzassimo? Se avessimo i nostri diritti?

È incredibile pensare che ancora oggi qualcunǝ possa essere messǝ in secondo piano solo perché qualcun altrǝ decide che debba essere così.
La disparità salariale, la violenza di genere, la violenza in tutte le sue forme, l’accesso limitato all’istruzione, i molteplici ammonimenti, le discriminazioni per l’orientamento sessuale e la propria provenienza geografica nelle opportunità di lavoro rimangono ancora realtà quotidiane per milioni di Anime, non solo donne, perché esiste ancora chi non valorizza e non rispetta le Essenze sulla base di etichette in realtà inconsistenti, privando la società, il mondo, di ricchezze intellettuali, creative ed emotive e limitando un grande potenziale di crescita personale e sociale.
Dobbiamo ricordarcene e per questo motivo parlarne e agire, farci prossimǝ al prossimǝ, ecco perché io e noi ci impegniamo ogni giorno per valicare le barriere dei pregiudizi e degli stereotipi portando avanti consapevolezza, sensibilizzazione, comprensione, valorizzazione della persona e della sua unicità. 

Credit to: cottonbro studio

Non esistono definizioni ma unicità da salva-guardare, quindi da proteggere, di cui prendersi cura poiché si tratta di qualcosa di prezioso e di importante.
Da riconoscere e prendere in considerazione.
Valorizzare.

Bisogna ascoltare, andare Oltre la pelle, Oltre il tutto perché Tutt3 Noi abbiamo il Diritto di Essere Voce. 

Per questo oggi vogli(am)o farvi ascoltare quella di Audre Lorde, che fece della sua poesia un mezzo per ostacolare ogni forma di pregiudizio, per autodeterminarsi, trasformando la sua unicità in parola e spunto di riflessione su tematiche sociali quali il razzismo, le discriminazioni a causa dell’orientamento sessuale e l’abilismo:

“A woman speaks”
Moon marked and touched by sun my magic is unwritten
but when the sea turns back
it will leave my shape behind.
I seek no favor
untouched by blood
unrelenting as the curse of love permanent as my errors
or my pride
I do not mix
love with pity
nor hate with scorn
and if you would know me
look into the entrails of Uranus where the restless oceans pound.
I do not dwell
within my birth nor my divinities who am ageless and half-grown and still seeking
my sisters
witches in Dahomey
wear me inside their coiled cloths as our mother did
mourning.
I have been woman
for a long time
beware my smile
I am treacherous with old magic and the noon’s new fury
with all your wide futures promised
I am
woman
and not white.

“Una donna parla”  (traduzione in italiano della poesia)
La Luna segnata e toccata dal sole
la mia magia è non scritta
ma quando il mare si ritira
lascerà dietro di sé la mia forma.

Non cerco favori
intatti dal sangue
implacabile come la maledizione dell’amore
permanente come i miei errori
o il mio orgoglio
non mescolo
amore con pietà
né odio con disprezzo
e se vuoi conoscermi
guarda nelle viscere di Urano
dove i mari inquieti battono.

Non dimoro
nel mio nascere né nelle mie divinità
che sono senza età e a metà crescita
e ancora alla ricerca
delle mie sorelle
streghe in Dahomey
mi portano dentro i loro panni avvolti
come faceva la nostra madre
nel lutto.

Sono stata donna
per molto tempo
attenti al mio sorriso
sono insidiosa con antica magia
e con la nuova furia del mezzogiorno
con tutti i tuoi ampi futuri
promessi
sono
donna
e non bianca.

Audre affronta così temi di identità, autenticità e libertà e la sua è la Voce di una donna che rivendica la sua voglia di essere se stessa, di espandere la propria Essenza, la propria unicità e autenticità; è la Voce di un’Anima che parla per sé e per tutt3 poiché tutt3 meritiamo di riaffermare l’importanza della nostra esistenza, della nostra vita nel mondo.
Di ciò che è un nostro diritto.
E nessunǝ merita di essere messǝ da parte, messǝ a tacere, oscuratǝ.
Allora, tutt3, Oggi e Sempre,

Siate Voce.
Siamo Voce.

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